Vai ai contenuti

Summary 2015-2017

SUMMARY
2015-2017

mostra collettiva che raggruppa alcuni lavori degli artisti che in questi due anni hanno esposto
nello spazio no profit milanese
THE OPEN BOX

INAUGURAZIONE
MARTEDI 14 MARZO 2017
ORE 18-21

dal 15 marzo 2017 al 28 aprile 2017 solo su appuntamento

L’opera Reappearance hypothesis n.1 (2016) di Valentino Albini (1959) è un positivo Fuji Instant a sviluppo immediato mai esposto alla luce che dopo essere stato sottoposto a variazioni della temperatura e pressione meccanica è stato normalmente sviluppato. Applicando questa manipolazione alla pellicola il risultato è, idealmente, una traccia cromatica visibile del DNA della fotografia estratto dai liquidi di sviluppo e fissato sul supporto cartaceo. Come se gli sviluppi normalmente utilizzati in fotografia avessero memoria biologica di tutte le immagini realizzate fino ad ora e rese visibili da questo processo senza più bisogno della luce come elemento fondante della fotografia stessa. In Sostanza incerta / Uncertain substance (2015) di Gianni Caravaggio (1968) involucro e contenuto creano un connubio ambiguo. L’idea della filosofia moderna sulla sostanza dietro le apparizioni ha creato una sostanza sospetta. Ma ora tale sostanza si fa incerta una volta che essa ritorna ad apparire dopo essere stata celata ai sensi. Non è dunque né contenuto né contenitore, né un altro probabile equivoco come pura forma estetizzante. La pura forma estetizzante in realtà la assume il contenitore che lontano dal contenuto attua la sua natura accattivante di feticcio mentre il contenuto informa. Probabilmente la differenza tra la scultura greca e i “Prigioni” di Michelangelo sta tra oggetto della rivelazione e il processo della rivelazione, il rivelarsi a chi guarda e immagina. Untitled (Vis Attractiva) (2016) di Antonio Fiorentino (1987) è una catena composta da mascelle di squalo, ispirata alla rappresentazione delle catene magnetiche teorizzate nel Seicento da Athanasius Kircher, che mostrano la potenza della “vis actractiva” che tutto lega in una rete di analogie. I Percorsi (2016) di Andrea Francolino (1979), sequenze o gruppi di calchi di crepe in polvere di cemento impressa su carta, rappresentano parentesi temporali o tragitti fisici, metafore concettuali dell’esistenza. Ogni lavoro riporta giorno, ora e coordinate satellitari che individuano precisamente lo spazio-tempo del suo agire. La crepa del manto urbano è la prova inconfutabile del divenire delle cose, simbolo della fragilità umana e della sua cultura mentre il cemento, materiale emblematico della contemporaneità, generalmente associato alle idee di durata e solidità, denota allo stesso tempo le proprie criticità. L’opera Senza titolo / Untitled (2013-1983) di Gaspare (1983) è un filo di lino nero lungo 30 metri (in 30 esemplari diversi) realizzata quando l’artista ha compiuto trent’anni. Il lavoro può essere installato ogni volta in modo diverso. Metafora dell’artista e, per estensione, della versatilità e della metamorfosi dell’essere umano all’interno del “tempo”; una fibra naturale – usata dagli antichi culti egizi fino al mondo contemporaneo della moda – per riflettere sul “filo”, oltre che biologico, anche della storia e dell’arte. Poetare è misurare. Poesia Meridiana (2016) di Rebecca Moccia (1992) è una barra di ferro puntata al muro e colpita da una luce incidente, l’ombra che così si produce sottolinea la parola “Tempo” realizzata con una penna 3D, una riflessione sulla fisicità della poesia e il tempo delle immagini. La descrizione del tempo, la parola, è un segno che cerca di sfidare la realtà del pensiero che manifesta la sua “esistenza” tramite un attrito, come l’ombra di una bacchetta nel primo orologio. Nell’opera Sabbie (2016) di Ornaghi&Prestinari (1986; 1984) l’ombra si fa presenza fisica visibile. Nella fotografia la sabbia che copriva interamente il solido è stata spazzata via da un forte getto d’aria compressa risparmiando solo la piccola porzione rimasta protetta nell’ombra. L’ombra come spazio abitabile.  David Reimondo (1973) presenta Onda_Box (2017) un lavoro audio creato appositamente per la collettiva SUMMARY 2015-2017. L’opera appartiene alla sua attuale ricerca artistica, la “Cromofonetica”, applicazione della linguistica alla teoria dei colori, esempio della possibilità dell’uomo di crearsi la propria realtà.


Opere:
Valentino Albini, Reappearance hypothesis n.1, 2016, pellicola Fuji Instant 10 x 13 cm.
Gianni Caravaggio, Sostanza incerta / Uncertain substance, 2015, marmo nero Marquiña, stampa fotografica su carta, 45 x 62,5 x 61 cm.
Antonio Fiorentino, Untitled (Vis Attractiva), 2016, mascelle di squalo, dim. variabili.
Andrea Francolino, From 45.500761     9.224836   To 44.511404    11.361261, 2016, polvere di cemento su carta.
Gaspare, Senza titolo / Untitled (2013-1983), 2013, filo di lino nero, 30 metri, installazione ambientale.
Rebecca Moccia, Poesia meridiana, 2016, luce incidente, asta di ferro, parola realizzata con penna 3D, dim. variabili.
Ornaghi&Prestinari, Sabbie, 2016, stampa a pigmenti colore su carta Hahnemühle, cornice d’artista in legno dipinto, 40 x 40 cm.
David Reimondo, Onda_Box, 2017, Audio WAV 1052 secondi.


THE OPEN BOX
non profit space for art
Via G.B. Pergolesi 6
20124
MILANO
www.theopenbox.org
info.theopenbox.org@gmail.com
+393382632596

Torna ai contenuti