Pamela diamante
PAMELA DIAMANTE
2016
(a cura di)
GIULIA BORTOLUZZI
MARIA VILLA
INAUGURAZIONE
VENERDI 5 MAGGIO 2017
ORE 18-21
dal 5 maggio al 20 giugno 2017 solo su appuntamento
Su di uno schermo nero, di quelli preposti alla segnaletica negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri commerciali e nei luoghi di transizione in genere, scorre l’intero anno 2016, condensato in 119 minuti; 326 volte il tempo si ferma per tre secondi, interrompendo la frequenza dell’andamento regolare delle ore e dei giorni. Il contatore centrale progredisce all’accadere di catastrofi tecnologiche e ambientali avvenute in tutto il mondo in quest’arco temporale. Terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, temporali convettivi, siccità, epidemie batteriologiche, esplosioni di fabbriche, perdite di petrolio, crolli d’infrastrutture e altri disastri, catalogati dal Centre for Research on the Epidemiology of Disasters in Belgio, sono gli eventi catastrofici che Pamela Diamante seleziona per costruire un dispositivo che ci fa percepire il paradosso dell’evento, del fatto sempre atteso e temuto che aiuta a ordinare e percepire lo scorrere dei giorni. Nell’incedere veloce del tempo, metafora della sovrabbondanza delle informazioni che eccede la capacità umana di memorizzarle, l’unico dato di realtà sensibile, indipendente dal mezzo tecnologico che lo veicola, risiede nella rottura della linearità. Momenti di crisi e d’incertezza caratterizzano da sempre la vita dell’uomo, sia nella sua individualità che nella collettività, e necessitano di una comprensione che oggi, più che mai, è mediata – come in 2016 – da uno schermo che al tempo stesso evoca ed esorcizza, attraverso la distanza, l’evento traumatico. Vivendo in una cultura visuale, l’informazione mediatica, trasmessa non solo oralmente ma anche attraverso la parola scritta, più o meno propriamente associata a un’immagine in grado di comunicare l’entità di un evento, diventa una narrazione la cui veridicità si basa su emozioni e sensazioni e non sull’analisi oggettiva dei fatti. Nell’epoca della post-verità, termine che l’Oxford English Dictionary ha deciso di eleggere “parola dell’anno del 2016”, a seguito, per esempio, dell’influenza delle fakenews nelle recenti elezioni presidenziali Americane e del referendum inglese, accade che l’immagine fotografica di un’alluvione del 2010 in Pakistan, ricompaia sul web sei anni dopo, impropriamente associata alla notizia di quattordici persone travolte da un’inondazione durante i festeggiamenti di un matrimonio nel villaggio di Khyber (disastro n. 70/10 marzo 2016). Nel copia-incolla rapido e improprio delle notizie, è comparsa persino su un sito che ritrae i paesaggi e monumenti più belli al mondo. C’è da chiedersi quale sarà il destino delle altre due fotografie di catastrofi, scelte da Pamela Diamante e qui esposte, emblema delle stratificazioni di senso nella vita delle immagini nei media contemporanei.
Pamela Diamante (Bari, 1985) vive e lavora a Molfetta.
Dopo essersi arruolata nel 2002 come soldato Volontario nell’Esercito Italiano, consegue la specializzazione di “missilista controcarri”, entrando a far parte del 186º Reggimento paracadutisti “Folgore” a Siena (con cui partecipa, tra il 2003 e il 2005, a diverse missioni umanitarie in Bosnia Erzegovina e nel Kosovo); dopo un lungo periodo di formazione come tiratrice scelta si congeda nel 2007 con il grado di Caporal Maggiore e intraprende gli studi artistici affiancati da una ricca esperienza di collaborazioni come assistente curatoriale, con artisti quali Jannis Kounellis, Hidetoshi Nagasawa, Francesco Arena, Carsten Nicolai, Lazaro Saavedra, nell’ambito di numerosi progetti espositivi in luoghi pubblici e privati e progetti internazionali come il Padiglione della Repubblica di Cuba alla 56. Esposizione Internazionale La Biennale di Venezia. Consegue nel 2016 il diploma di laurea in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari con una tesi che analizza le connessioni tra arte, scienza e nuove tecnologie. La sua pratica artistica si sofferma su tematiche quali l’imprevedibilità e il paradosso dell’evento, lo sviluppo di una discontinuità dal micro al macro, che producono una variazione della percezione temporale. I suoi lavori si presentano in modo diversificato, in base ai livelli di analisi da cui nascono: dal video e dalla fotografia all’installazione, il “medium” viene eletto per una ricerca fenomenica dentro la realtà, divenendo un nuovo universo semantico.
Recenti mostre personali: de sti no, galleria Rossmut, Roma, Italia, 2016, Off/On, Centro de las Artes Visuale del Dipartimento Provinciale di Matanzas, Cuba, 2016.
Recenti mostre collettive: BNL Media Art – L’arte in un mondo che cambia, Museo MAXXI, Roma, Italia, 2016; TIVaF - Tasmanian International Video Art Festival, The Queen Victoria Museum, Launceston, Tasmania, Australia, 2016; Premio Maretti, Centro de Desarollo de las Artes Visuales, La Habana, Cuba, 2015.
Premi: Premio Cambiamenti Enegan S.p.a. 2016; Artista selezionata dal PAC Padiglione di Arte Contemporanea di Milano per la prima edizione del Premio MUSEION di Bolzano, Italia, 2016; Premio Claudio Abbado per le eccellenze artistiche italiane promosso dal MIUR e AFA 2015. Attualmente è tra gli artisti selezionati per il progetto VIR Viafarini-in-residence, Milano, 2017.
2016, 2017, monitor smart signage Samsung SH37F 37”, cavo alimentazione, ferro zincato con verniciatura a polvere, 220 x 155 x 6,5 cm. Courtesy l’artista e Rossmut, Roma.
Senza titolo, 2017, stampa su carta barita, ciascuna 41 x 41 cm. Courtesy l’artista e Rossmut, Roma.
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PAMELA DIAMANTE
2016
(curated by)
GIULIA BORTOLUZZI
MARIA VILLA
OPENING
FRIDAY 5 MAY 2017
6-9 PM
from 5 May to 20 June 2017 by appointment only
The entire year 2016, condensed into 119 minutes, unfurls on a black screen, similar those you might see used as information panels in airports, stations, shopping malls and places of transition in general. Time stops for three seconds 326 times, interrupting the frequency of the regular rhythm of the hours and the days. The central counter turns over with the occurrence of technological and environmental catastrophes around the world during this period of time. Earthquakes, floods, volcanic eruptions, convective storms, droughts, bacteriological epidemics, factory explosions, oil spills, infrastructure collapses and other disasters catalogued by the Centre for Research on the Epidemiology of Disasters in Belgium have been selected by Pamela Diamante to construct a device allowing us to perceive the paradox of the event, of the fact that is always awaited and feared and which helps us to order and perceive the passing of the days. Within the rapid flow of time, a metaphor for an overabundance of information that exceeds the human capacity for memory, the sole element of a perceptible reality, independent of the technological device that transmit it, resides in the interruption of linearity. Moments of crisis and uncertainty have always characterised the life of man, both individual and collective, and require comprehension that today, more than ever, is mediated, as in 2016, by a screen that both evokes and exorcises, through distance, the traumatic event. Living in a visual culture, media information, transmitted not solely orally but also through the written word, to a greater or lesser extent associated with an image capable of communicating the entity of an event, becomes a narration, the truth of which is based on emotions and sensations rather than the objective analysis of the facts. In the era of post-truth, a term which the Oxford English Dictionary elected as the “2016 Word of the year” following, for example, the influence of fake news in the recent American presidential elections and the British referendum, we find a photograph of a 2010 flood in Pakistan reappearing on the web six years later, incorrectly associated with the news of 14 people swept away by a flood during the celebration of a wedding in the village of Khyber (disaster No. 70/10 March 2016). The rapid and improper cutting and pasting of news even led to it appearing on a site that portrays the world’s most beautiful landscapes and monuments. We have to ask ourselves about the fate of the two other photographs of catastrophes chosen by Pamela Diamante and exhibited here, emblematic of the stratifications of meaning in the life of images in contemporary media.
Pamela Diamante (Bari, 1985) lives and works in Molfetta.
After having joined up in 2002 as a volunteer in the Italian Army, Pamela Diamante specialised as a anti-tank missile operator, joining the “Folgore” 186th Parachute Regiment in Siena (with which she participated between 2003 and 2005 in a number of humanitarian missions in Bosnia Herzegovina and Kosovo); after a long period of training as a marksman she was demobilized in 2007 with the rank of corporal and undertook artistic studies while also gaining a wealth of experience as a curatorial assistant with artists such as Jannis Kounellis, Hidetoshi Nagasawa, Francesco Arena, Carsten Nicolai and Lazaro Saavedra within the ambit of numerous exhibition projects in public and private spaces and international projects such as the Pavilion of the Republic of Cuba at the 56th Venice Biennale. In 2016 she graduated in Sculpture from the Fine Arts Academy of Bari with a thesis analysing the links between art, science and new technologies. Her artistic practice investigates issues such as the unpredictability and the paradox of the event and the development of a discontinuity from the micro to the macro which produce a variation in temporal perception. Her works take diverse forms, on the basis of the levels of analysis from which they are born: from video to photography and through installation, the “medium” is elected through phenomenal research within reality, becoming a new semantic universe.
Recent solo shows: de sti no, Rossmut gallery, Rome, Italy, 2016, Off/On, Centro de las Artes Visuale of the Provincial Department of Matanzas, Cuba, 2016.
Recent group shows: BNL Media Art – L’arte in un mondo che cambia, MAXXI, Rome, Italy, 2016; TIVaF – Tasmanian International Video Art Festival, The Queen Victoria Museum, Launceston, Tasmania, Australia, 2016; Premio Maretti, Centro de Desarollo de las Artes Visuales, La Habana, Cuba, 2015.
Prizes: Premio Cambiamenti Enegan S.p.a. 2016; Selected artist for the PAC Padiglione di Arte Contemporanea, Milan, for the first edition of the Premio MUSEION, Bolzano, Italy, 2016; Premio Claudio Abbado for Italian artistic excellence promoted by MIUR and AFA 2015. She is currently one of the artists selected for the VIR Viafarini-in-Residence project, Milan, 2017.
2016, 2017, 37” Samsung SH37F smart signage monitor, power cable, powder coated galvanized steel, 220 x 155 x 6.5 cm. Courtesy of the artist and Rossmut, Rome.
Untitled, 2017, print on baryta paper, each 41 x 41 cm. Courtesy of the artist and Rossmut, Rome.
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