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Incontro di Box

THE OPEN BOX

INCONTRO DI BOX
Valentino Albini Corrado Bove Carlo Fei Gaspare David Reimondo Shigeru Saito
a cura di
GIACINTO DI PIETRANTONIO
22 MARZO – 30 APRILE 2019
solo su appuntamento

INCONTRO DI BOCX

Incontro di Bocx potrebbe far pensare a una sfida sportiva, in quanto fa venire in mente un incontro di pugilato; nell’arte, poi, ci sono stati vari artisti che si sono cimentati nella rappresentazione o nell’azione di questo sport come Picabia, lo scultore Francesco Messina, Francesco Clemente, o Enzo Cucchi, ma ne troviamo anche in forma di performance con Joseph Beuys che combatte un incontro di boxe Boxing Match for Direct Democracy nell’ultimo giorno della mitica Documenta 5 del 1972, curata da Harald Szeemann. Un match che fu ripreso e citato da Jan Hoet, pugilatore e corridore di automobili in gioventù, che infilò i guantoni contro l’artista americano Dennis Bellone nell’incontro Fights for Art in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dello SMAK a Gent, 1999.
Niente paura e niente di tutto ciò, forse qualcosa di più vicino a un incontro di “bocx” in quanto scatole e allora ecco le Brillo box o le Time capsule di Andy Warhol se si sta alla forma di parallelepipedo, ma la scatola può essere anche barattolo nel percorso digestivo che va dalle Campbell soup sempre di Warhol alla Merda d’artista di Piero Manzoni. Poi ci sono le magiche scatole metafisiche-surreali di Joseph Cornell, ma pure le scatole-archivio di Christian Boltanski e quelle concettualmente tautologiche di vetro Box, cube, empty, clear, glass di Joseph Kosuth, dove non può mancare in risposta ironica il Cubo invisibile di Gino De Dominicis solo per dirne alcune. Per il nostro appuntamento si tratta più di un incontro di scatole-opere, o di opere-inscatolate, che di incontro di boxe nel senso di pugilato, più di forme che di performance. Qui si tratta di artisti non di pugili, non di una sfida sul ring, ma nel “the open box” con una box per ogni artista. Dunque l’incontro di “bocx” è un incontro dialettico di opere-scatole o in scatole, ma anche, va detto, che nasce dall’incontro che ho avuto con gli artisti di The Open Box allorché li invitai, il giugno scorso, alla residenza BoCs Art da me curata a Cosenza.
E siccome da cosa nasce cosa, eccomi felicemente qua a curare la mostra Incontro di Bocx presso The Open Box per la quale abbiamo deciso insieme che gli artisti si sarebbero cimentati in un’opera nuova, o rinnovata, in forma di box.
Così Valentino Albini con Paesaggi latenti (2016-2019), propone un visore con pellicole-paesaggio irreali ottenuti con la magia della reazione chimica; mentre Falèna / Me-Moria (2019) di Corrado Bove è ricerca della luce memoria contro il buio dell’oblio; anche Carlo Fei sceglie la luce, non quella rappresentata, ma irradiata dal neon-numero, lo zero in questo caso, perché “fatti di niente” (2001-2019); Gaspare con Brain (Ready-made / Selection / Illumination; 2019) lavora sulla dimensione media del cervello umano che è all’incirca 11×11×11 cm, ottenendo così una scatola di luce, perché luce è il pensiero; con Linea etimografica (2018-2019) David Reimondo accende anch’esso il pensiero del linguaggio dell’animale uomo; mentre Shigeru Saito con Word Container (2018) ponendoci davanti a un fiore muto, nasconde il cuore del pensiero dell’artista quali cose senza volume celate in un volume frattale.
Dunque un incontro di forme-pensiero, seppur non è detto che da qui alla fine della mostra non ci esca, seguendo pure l’esempio di Beuys e Jan Hoet, e visto che siamo nella Milano dall’eredità futurista della boccioniana Rissa in galleria, anche una bella scazzottata.
Giacinto Di Pietrantonio

SABATO 6 APRILE
DALLE ORE 19 ALLE ORE 23

In occasione di Milano Art Week, in collaborazione con miart – fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea,

APERTURA STRAORDINARIA della mostra
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Alle ore 19.30 sarà presentata la pubblicazione monografica di David Reimondo
edita da Artribune in collaborazione con Mazzoleni
intervengono


Giacinto Di Pietrantonio
(curatore della mostra)

Daniela Ferrari
(storica dell’arte e curatrice)

Marco Enrico Giacomelli
(direttore responsabile Artribune)



THE OPEN BOX
Via G.B. Pergolesi 6
MILANO
www.theopenbox.org
info.theopenbox.org@gmail.com
+393382632596




THE OPEN BOX
INCONTRO DI BOX / BOXING MATCH
Valentino Albini Corrado Bove Carlo Fei Gaspare David Reimondo Shigeru Saito
curated by
GIACINTO DI PIETRANTONIO
22 MARCH – 30 APRIL 2019
by appointment only

INCONTRO DI BOCX / BOCXING MATCH

Incontro di Bocx a play on words evoking a sporting contest, a boxing match; in the creative realm there have, over the years, been numerous artists who have represented or practiced the sport including Picabia, the sculptor Francesco Messina, Francesco Clemente or Enzo Cucchi, but we also find it in performance form with Joseph Beuys fighting a Boxing Match for Direct Democracy on the final day of the legendary Documenta 5 curated by Harald Szeemann in 1972. A match that was reprised and cited by Jan Hoet, a boxer and racing driver in his youth, who pulled on the gloves against the American artist Dennis Bellone in Fights for Art on the occasion of the inauguration of the new SMAK premises in Ghent in 1999.
There’s nothing like that here, perhaps more of a “bocxing” match in the sense of boxes, like Andy Warhol’s Brillo Boxes or Time Capsules if we stick with the parallelepiped form, but that box-container could also be a can in the digestive system that runs from Warhol’s Campbell’s Soup to Piero Manzoni’s Merda d’artista. Then there are the metaphysical-surreal magical boxes of Joseph Cornell, but also the archive-boxes of Christian Boltanski and the conceptually tautological glass Box, cube, empty, clear, glass by Joseph Kosuth which can hardly not be answered ironically by Gino De Dominicis’s Cubo invisibile, to cite but a few.  In our case it is more of a meeting of boxes-cum-works or boxed-works than a boxing match in the pugilistic sense, more form than performance. Artists not boxers, not a challenge in the ring, but in “the open box”, with a box for each artist. The “bocxing” match is therefore a dialectic encounter between artistic boxes or boxed works but which also, it should be said, derives from the encounter I had with the artists of The Open Box when I invited them, in June last year, to the BoCs Art residency I curated in Cosenza.
And since one thing leads to another, here I am happily curating the exhibition Incontro di Bocx at The Open Box for which we have decided together that the artists would tackle a new or revised work in the form of a box.
Valentino Albini with Paesaggi latenti (2016-2019) presents a viewer with imaginary landscape-films obtained through the magic of chemical reaction, while Falèna / Me-Moria (2019) by Corrado Bove is a search for the light of memory against the dark of oblivion. Carlo Fei too chooses the light, not represented light but irradiated by neon-number, zero in this case, because “made of nothing” (2001-2019). Gaspare with Brain (Ready-made / Selection / Illumination; 2019) works with the average dimensions of the human brain which are approximately 11×11×11 cm, thus obtaining a box of light, thought being light. With Linea etimografica (2018-2019) David Reimondo also illuminates thinking on the language of the human animal, while Shigeru Saito with Word Container (2018), setting us before a mute flower, conceals the heart of the artist’s thinking as things without volume concealed in a fractal volume.
An encounter, therefore, of forms and thought, yet there is no telling whether between now and end of the exhibition, following the example of Beuys and Jan Hoet and given that we are in the Milan of the Futurist heritage of Boccioni’s Rissa in galleria, we might witness a good punch-up.
Giacinto Di Pietrantonio

THE OPEN BOX
Via G.B. Pergolesi 6
MILANO
www.theopenbox.org
info.theopenbox.org@gmail.com
+393382632596




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